maggio
DJ DOG DICK
22 maggio ore 22.00
Massaccesi/ John Funning
(wired/harshnoise puppet-show, USA)
18 maggio ore 19.30
Presentazione del libro
"I Genietti della domenica" di J.R.Ribeyro
a cura di Loris Tassi e Lorenzo Ribaldi,
Napoli libreria Perditempo a Dante
«Considero Ribeyro uno scrittore magnifico, uno dei migliori di lingua
spagnola, ingiustamente non riconosciuto come tale.»
Con questo romanzo Ribeyro è uno dei primi autori latinoamericani ad
usare una città, Lima, come paesaggio di un romanzo. I genietti della
domenica è considerato il primo libro urbano dell America Latina;
affronta le problematiche legate allo spostamento dall?ambiente rurale
a quello cittadino. Lo spaesamento vissuto dai protagonisti è frutto
anche di questa difficoltà. Il nuovo scenario rende possibile un
maggiore approfondimento psicologico dei personaggi, che infatti
emergono con estrema vivacità; Ribeyro esplora la moderna geografia
letteraria di Lima e guarda ai suoi personaggi da una prospettiva
diversa rispetto a quella dei contemporanei autori latinoamericani del
boom.
Ludo e Pirulo ci fanno passeggiare insieme a loro per le vie di Lima
con un innata spontaneità, con la complicità di due ventenni.
Il lettore è coinvolto nel loro girovagare senza meta, nelle loro partite
a scacchi tra sigarette e fiumi di alcol.
La disillusione di un ventenne apprendista scrittore può essere un
luogo comune, ma qui non lo è. Probabilmente perché a scrivere la sua
storia è Julio Ramón Ribeyro.
«Il mondo dei miei libri è piuttosto un mondo sordido, disfattista,
dove non accade niente di grandioso, popolato da piccoli personaggi
sfortunati, senza energia, individualisti ed emarginati, che vivono
fuori dalla storia, dalla natura e dalla comunità».
Julio Ramón Ribeyro (Lima, 1929-1994) è stato uno scrittore timido e
geniale. Contemporaneo di García Márquez, Vargas Llosa e Cortázar,
Ribeyro è considerato uno dei pilastri del realismo urbano
latinoamericano. Fra i suoi lavori è doveroso ricordare, oltre alle
numerose raccolte di racconti, i romanzi Cronaca di San Gabriel, I
genietti della domenica e Cambio de guardia, articoli e saggi sulla
letteratura, fra cui Prosas apátridas, opere teatrali, una raccolta di
aforismi, Dichos de Luder, e i suoi diari, La tentación del fracaso.
16 maggio ore 21.30
Fra(m)menti Visionarie
breve selezione per una visione contropopolare,
per un distaccamento momentaneo della retina...
estratti a cura di
Andrea il Saggio
e poesia visiva di
Laura Ottieri
proiezione del film
"BANDITE"
1 maggio ore 22.00
Mario De Vega live
(impro/noise/turntable Mexico City/ Berlin)
Vogliamo (ri)proporre una riflessione sulla “penalizzazione della società”. Espressione questa che porta in sé l’ambivalenza dei processi che si vogliono analizzare: le trasformazioni del diritto in quanto norma e l’estensione dello stesso a tutti gli ambiti sociali tanto da prefigurare una società sottoposta e governata dalla penalità. È del tutto evidente che questo processo ha lavorato precedentemente su una interiorizzazione culturale massificata che si costituisce come presupposto: l’identificazione del piano della giustizia penale con il piano della verità e del crimine come elemento centrale per la definizione delle politiche di governo.
La giustizia è lo strumento per la determinazione della verità. Laddove esista una potenziale ‘colpa’, o forma di disequilibrio, il tribunale è il luogo atto a ristabilire la corretta dinamica dei fatti e quindi a ripristinare una condizione di ordine imponendo le necessarie sanzioni.
Prima ancora di occuparci delle sanzioni va detto che questa affermazione è falsa.
Il tribunale non ha né gli strumenti né la
volontà di stabilire quella che è la verità dei fatti, la dinamica delle relazioni, il senso dell’operato della parti in causa. Il tribunale, al più, può stabilire con una imprevedibile dose di approssimazione il comportamento dei soggetti rispetto alla norma, collocarli e stabilire se e come l’abbiano infranta. Ma la norma stessa non ha alcuna ambizione a farsi verità. Però l’idea che ciò che è legale è giusto e viceversa si dimostra di grande efficacia e la ritroviamo sorprendentemente anche in ambiti antagonisti al sistema dominante. Questo deve farci riflettere sulla sua potenza comunicativa.
Una razionalità securitaria si esplica su un immaginario in cui la società è vittima del terrorismo, una comunità è vittima di altre comunità e perfino un individuo è vittima di determinati comportamenti di altri individui. La segmentazione sociale è tra vittime e carnefici e induce un sentimento di identificazione con la vittima CONTRO il colpevole. Questo arriva a declinare i bisogni sociali: ho diritto di dormire rispetto agli schiamazzi, ho diritto di passeggiare senza vedere persone con bottiglie in mano o secchi ai semafori ecc. ecc. e legittima implicitamente, anche per chi non ne avrebbe né intenzione né desiderio, le politiche di repressione ed esclusione.
La conseguenza, quindi, è che la sfera del diritto si stia allargando in maniera impressionante e il numero e la qualità dei comportamenti normati aumenti di giorno in giorno. È facile in questo modo tendere a far rientrare negli ambiti del diritto i comportamenti che risultano ‘deviare’ dal luogo comune della ‘acquiescente normalità’ siano essi espressione di una consapevole alterità rispetto all’organizzazione sociale dominante o siano invece una inconsapevole espressione di incompatibilità con i modelli di vita ritenuti ‘leciti’.
A cura dell’Archivio Primo Moroni, libreria Calusca, OLGa
27 maggio
. Cangura è un periodico quadrimestrale che utilizza la poesia, la sua essenza performativa, la sua complicità con la musica e con le arti figurative, la sua funzione critica, come punto di osservazione e di azione. Per andare non solo oltre il libro, ma anche oltre la “rivista”. Semmai, sarà una “ascoltata”, che, invece di ripetere la visione, indichi le cose da vedere ancora (e da ascoltare, e da ri-ascoltare). Oltre l’autorialità: un progetto per chi si è liberato dell’“io” e ha deciso di doppiarlo con un “tu” che muta l’identità in differenza. . Un appuntamento, un incontro che corre, ogni quadrimestre, là dove ci sono emergenze e urgenze. Un laboratorio, un’entità in divenire, che si aggiorna costantemente: un memorandum in un paese di smemorati. . Cangura audio/cartacea è una pubblicazione che funziona come un indice esteso, una struttura e una configurazione. . Il vero nucleo di cangura è in rete: un sito verso il quale le appendici materiali convergono, uno spazio del quale la carta e la plastica sono solo una sineddoche. Le parole che il lettore ha in mano sono una provocazione e una seduzione, un’istigazione a saltare oltre. Sono tracce, segnali: indicano la direzione in cui proseguire la ricerca. Ogni segno stampato qui ha una sua espansione sul sito www.cangura.it, materiali inediti e multimediali che completano l’apertura costituita dal cartaceo e dal cd. . Il principio è ecologico ed evolutivo: l’urgenza della decrescita impone la compressione della materia, per favorire l’espansione della conoscenza ed esorcizzare l’ombra distruttiva del mercantilismo. L’esperienza dell’attenzione grafica e tipografica, testimoniata dal cartaceo, vuole trasferirsi verso il digitale. . Cangura ospita anche una sezione dedicata ai poetry slam on line. Chiunque può caricare sul sito di cangura www.cangura.it testi o file audio, secondo una scansione in tre ambienti: poesia scritta, spoken word, spoken music/canzoni/frammenti di opere. I contributi saranno disponibili sul sito per un mese in opzione copyleft, e giudicati, attraverso il voto, dal pubblico dei naviganti: i più apprezzati saranno premiati con la pubblicazione sulla cangura audio/cartacea. . Cangura è un’offerta, un dono, e insieme una convocazione. È il luogo in cui comunicazione e comunità riscoprono la loro etimologia condivisa: communis. Drowning Dog e Dj Malatesta live |
25 maggio 2011
FRAM(M)ENTI VISIONARIE
presenta:
Un estratto video di Andrea il Saggio.
A seguire:
seize the time (afferra il tempo)
un film di antonello branca
Film cult degli anni '70 sul movimento delle Pantere Nere realizzato negli Stati Uniti seguendo il lavoro
del Black Panther Party.
Un solo attore, Norman Jacobs, si muove tra visioni pop -simboliche dell'imperialismo a stelle e strisce contrapposte a visioni della realtà.
Al Perditempo a Dante, dalle nove e mezza della sera
ore 22.00, live
FRAM(M)ENTI VISIONARIE
presenta:
Un estratto video di Andrea il Saggio.
A seguire:
seize the time (afferra il tempo)
un film di antonello branca
Film cult degli anni '70 sul movimento delle Pantere Nere realizzato negli Stati Uniti seguendo il lavoro
del Black Panther Party.
Un solo attore, Norman Jacobs, si muove tra visioni pop -simboliche dell'imperialismo a stelle e strisce contrapposte a visioni della realtà.
Al Perditempo a Dante, dalle nove e mezza della sera
ore 22.00, live
SEWN LEATHER
Griffin Pyn sarà la rivelazione dell'anno prossimo con il suo karaoke mix di Suicide in salsa Dub.
Da non credere quanto sia già un classico, di sicuro ha scritto un pezzo sulla vostra ex-fidanzata e voi non lo sapete ma
potrete ballarlo insieme a lui che è anche un ballerino pazzesco con le braghe alla zuava.
DJ DOG DICK
Max Eisenberg suonava con una delle formazioni iniziali dei Nautical Almanac, è un flusso di coscenza in chiave hip hop bianco degenerato,
rimane ancorato a quella tradizione un poco rumorosa e paciugona che a tutti noi piace tanto.
DOG LEATHER
progetto collaborazione dei due, puoi vedere il pazzesco videoclip qua:
22 maggio ore 22.00
Massaccesi/ John Funning
(wired/harshnoise puppet-show, USA)
E' lo pseudonimo con cui lavora l'artista di Los Angeles John Fanning. La sua ricerca si basa sulla rielaborazione, il riciclo e la trasmutazione del suono, partendo soprattutto dalla sua voce e dalle sue stesse composizioni, che assembla in collages sostanzialmente di matrice elettronica con cut-ups mediatici, elementi di derivazione glitch, abbozzi di tracce techno scomposte.
info.
18 maggio ore 19.30
Presentazione del libro
"I Genietti della domenica" di J.R.Ribeyro
a cura di Loris Tassi e Lorenzo Ribaldi,
Napoli libreria Perditempo a Dante
«Considero Ribeyro uno scrittore magnifico, uno dei migliori di lingua
spagnola, ingiustamente non riconosciuto come tale.»
Mario Vargas Llosa
Con questo romanzo Ribeyro è uno dei primi autori latinoamericani ad
usare una città, Lima, come paesaggio di un romanzo. I genietti della
domenica è considerato il primo libro urbano dell America Latina;
affronta le problematiche legate allo spostamento dall?ambiente rurale
a quello cittadino. Lo spaesamento vissuto dai protagonisti è frutto
anche di questa difficoltà. Il nuovo scenario rende possibile un
maggiore approfondimento psicologico dei personaggi, che infatti
emergono con estrema vivacità; Ribeyro esplora la moderna geografia
letteraria di Lima e guarda ai suoi personaggi da una prospettiva
diversa rispetto a quella dei contemporanei autori latinoamericani del
boom.
Ludo e Pirulo ci fanno passeggiare insieme a loro per le vie di Lima
con un innata spontaneità, con la complicità di due ventenni.
Il lettore è coinvolto nel loro girovagare senza meta, nelle loro partite
a scacchi tra sigarette e fiumi di alcol.
La disillusione di un ventenne apprendista scrittore può essere un
luogo comune, ma qui non lo è. Probabilmente perché a scrivere la sua
storia è Julio Ramón Ribeyro.
«Il mondo dei miei libri è piuttosto un mondo sordido, disfattista,
dove non accade niente di grandioso, popolato da piccoli personaggi
sfortunati, senza energia, individualisti ed emarginati, che vivono
fuori dalla storia, dalla natura e dalla comunità».
Julio Ramón Ribeyro (Lima, 1929-1994) è stato uno scrittore timido e
geniale. Contemporaneo di García Márquez, Vargas Llosa e Cortázar,
Ribeyro è considerato uno dei pilastri del realismo urbano
latinoamericano. Fra i suoi lavori è doveroso ricordare, oltre alle
numerose raccolte di racconti, i romanzi Cronaca di San Gabriel, I
genietti della domenica e Cambio de guardia, articoli e saggi sulla
letteratura, fra cui Prosas apátridas, opere teatrali, una raccolta di
aforismi, Dichos de Luder, e i suoi diari, La tentación del fracaso.
16 maggio ore 21.30
Fra(m)menti Visionarie
breve selezione per una visione contropopolare,
per un distaccamento momentaneo della retina...
estratti a cura di
Andrea il Saggio
e poesia visiva di
Laura Ottieri
proiezione del film
"BANDITE"
di Alessia Proietti e Giuditta Pellegrini
Il documentario Bandite restituisce alla storia della Resistenza italiana, quella lotta di liberazione che fu anche espressione di parità e di eguaglianza tra i generi, quel momento in cui le donne escono dal ruolo storico di madre, casalinga e sposa per assumere quello di bandita, clandestina, partigiana. Le donne non furono, come la storiografia ufficiale ci riporta, solo assistenti dei partigiani, cuoche o infermiere, in molte furono guerrigliere, pronte ad imbracciare le armi per la liberazione di tutti e tutte.
Il documentario Bandite è una produzione indipendente, non abbiamo avuto alcun tipo di sostegno economico: tutte le spese di produzione, post produzione e distribuzione sono state affrontate dalla squadra tecnico-artistica (figure che hanno offerto inoltre al progetto il loro lavoro volontario). Non riteniamo il nostro in alcun modo un prodotto commerciale per questo non abbiamo intenzione di venderlo o metterlo sotto copyright.
1 maggio ore 22.00
Mario De Vega live
(impro/noise/turntable Mexico City/ Berlin)
His work overlaps relations between stability, failure, simulation and ambiguity with site-specific interventions, sound events, process-oriented projects, sculpture, modified electronics and sound improvisation.
As an improviser, his practice explores the value of fragility & in-determination involving a wide range of customized objects, analog and modified electronics, turntables and computer based interfaces in different combinations. He performs both solo and in collaborations with numerous other musicians exploring the tension between analog and digital media.
L’ALTROLIBRO
_percorsi di resistenza e liberazione
_ VIII Rassegna della piccola e
media editoria
_percorsi di resistenza e liberazione
_ VIII Rassegna della piccola e
media editoria
Croce di Lucca Piazza Miraglia Napoli ore 10,00 __ 23,00
Giovedì 28 aprile
ore 20.00 Le lunghe ombre del diritto
“Sovranità e Polizia ”: una discussione sullo stato di eccezione a partire dalla nuova traduzione del testo di W. Benjamin Per la critica della violenza e dal volume Strategia del processo politico di J. M. Verges
“Sovranità e Polizia ”: una discussione sullo stato di eccezione a partire dalla nuova traduzione del testo di W. Benjamin Per la critica della violenza e dal volume Strategia del processo politico di J. M. Verges
Vogliamo (ri)proporre una riflessione sulla “penalizzazione della società”. Espressione questa che porta in sé l’ambivalenza dei processi che si vogliono analizzare: le trasformazioni del diritto in quanto norma e l’estensione dello stesso a tutti gli ambiti sociali tanto da prefigurare una società sottoposta e governata dalla penalità. È del tutto evidente che questo processo ha lavorato precedentemente su una interiorizzazione culturale massificata che si costituisce come presupposto: l’identificazione del piano della giustizia penale con il piano della verità e del crimine come elemento centrale per la definizione delle politiche di governo.
La giustizia è lo strumento per la determinazione della verità. Laddove esista una potenziale ‘colpa’, o forma di disequilibrio, il tribunale è il luogo atto a ristabilire la corretta dinamica dei fatti e quindi a ripristinare una condizione di ordine imponendo le necessarie sanzioni.
Prima ancora di occuparci delle sanzioni va detto che questa affermazione è falsa.
Il tribunale non ha né gli strumenti né la
volontà di stabilire quella che è la verità dei fatti, la dinamica delle relazioni, il senso dell’operato della parti in causa. Il tribunale, al più, può stabilire con una imprevedibile dose di approssimazione il comportamento dei soggetti rispetto alla norma, collocarli e stabilire se e come l’abbiano infranta. Ma la norma stessa non ha alcuna ambizione a farsi verità. Però l’idea che ciò che è legale è giusto e viceversa si dimostra di grande efficacia e la ritroviamo sorprendentemente anche in ambiti antagonisti al sistema dominante. Questo deve farci riflettere sulla sua potenza comunicativa.
Una razionalità securitaria si esplica su un immaginario in cui la società è vittima del terrorismo, una comunità è vittima di altre comunità e perfino un individuo è vittima di determinati comportamenti di altri individui. La segmentazione sociale è tra vittime e carnefici e induce un sentimento di identificazione con la vittima CONTRO il colpevole. Questo arriva a declinare i bisogni sociali: ho diritto di dormire rispetto agli schiamazzi, ho diritto di passeggiare senza vedere persone con bottiglie in mano o secchi ai semafori ecc. ecc. e legittima implicitamente, anche per chi non ne avrebbe né intenzione né desiderio, le politiche di repressione ed esclusione.
La conseguenza, quindi, è che la sfera del diritto si stia allargando in maniera impressionante e il numero e la qualità dei comportamenti normati aumenti di giorno in giorno. È facile in questo modo tendere a far rientrare negli ambiti del diritto i comportamenti che risultano ‘deviare’ dal luogo comune della ‘acquiescente normalità’ siano essi espressione di una consapevole alterità rispetto all’organizzazione sociale dominante o siano invece una inconsapevole espressione di incompatibilità con i modelli di vita ritenuti ‘leciti’.
A cura dell’Archivio Primo Moroni, libreria Calusca, OLGa
Venerdì 29 aprile
ore 20.00 Proiezione del documentario Bandite
di Alessia Proietti e Giuditta Pellegrini
Il documentario Bandite restituisce alla storia della Resistenza italiana, quella lotta di liberazione che fu anche espressione di parità e di eguaglianza tra i generi, quel momento in cui le donne escono dal ruolo storico di madre, casalinga e sposa per assumere quello di bandita, clandestina, partigiana. Le donne non furono, come la storiografia ufficiale ci riporta, solo assistenti dei partigiani, cuoche o infermiere, in molte furono guerrigliere, pronte ad imbracciare le armi per la liberazione di tutti e tutte.
Il documentario Bandite è una produzione indipendente, non abbiamo avuto alcun tipo di sostegno economico: tutte le spese di produzione, post produzione e distribuzione sono state affrontate dalla squadra tecnico-artistica (figure che hanno offerto inoltre al progetto il loro lavoro volontario). Non riteniamo il nostro in alcun modo un prodotto commerciale per questo non abbiamo intenzione di venderlo o metterlo sotto copyright.
Sabato 30 aprile
ore 19.00 Presentazione del volume: FULL TIME BLUES
di Antonio Festival- MAGMATA Edizioni
Questo racconto descrive la vita di Andrea, un giovane libertario, tra gli anni Settanta e Ottanta, tentando di trasmettere “gli umori” di quel periodo e restituire, attraverso la cifra biografica, un affresco delle “tante azioni/relazioni dirette che trasformarono man mano gli animi ed i rapporti sociali/personali di molti di noi”. Frasario e lessico del “diario” riflettono questo intento. Ne deriva una scrittura carica delle melodie dell’italiano di Napoli e dei tormentoni dello slang freak. Un diario dei ’70 libertari, quelli delle opportunità/possibilità, quelli che non intendevano sostituire poteri ma negarli in toto. Fino al riflusso: “Sembra che ognuno inizi a fare i propri conti; il futuro non è più così radioso, le soluzioni collettive sono solo ricordi lontani. I ritrovi, i locali stanno spuntando come funghetti, ormai ci si intrattiene”.
ore 21.00 Perché parlare di letteratura?
Presentazione del volume: Ereticus - l’ultima verità di Galileo
di Jacob Popper - CASTELVECCHI
Il romanzo di Popper ci catapulta negli anni in cui la controriforma spegne con severità gli ultimi bagliori del rinascimento, anni in cui Galileo Galilei inventa il telescopio e spalanca il libro del cielo davanti agli occhi di tutti. In un mosaico di rara erudizione e bellezza, lo scrittore incastra la drammatica vita dello scienziato nel suo tempo, dipingendo con toni intensi e vivi, a tratti brillanti, la società dell’epoca: infinite passioni e vili tradimenti vedono alterarsi ardenti amanti, avventurieri, viaggiatori e principi, studiosi, poeti, liberi pensatori e saggi, saltimbanchi, assassini e viscidi ladri, vescovi e papi sulla scena di questo grande libro, alla cui fine si pone immancabilmente la domanda se verità e libertà non siano altro che due facce della stessa medaglia.
Intervengono: Paolo Baldari, Luca Popper e Daniele Ventre - letture di Salvatore Castaldo
Domenica 1 maggio
ore 20.00 LA MESSA DELLE CINQUE: documentario sulla lotta degli abitanti di Plogoff contro la costruzione di una centrale nucleare
THE ATOMIC CAFE (1982): documentario realizzato interamente a partire da filmati americani di propaganda sul nucleare degli anni ’40, ’50, ’60
a seguire:
Sui CIE e sulla lotta per liberarsene – riflessioni, percezioni e punti di vista -
Sui CIE e sulla lotta per liberarsene – riflessioni, percezioni e punti di vista -
“Viviamo in tempi di guerra. Se in alcune parti del mondo lo urlano le bombe e gli eserciti, in altre lo sibilla il terrore di non avere di che sopravvivere, di finire in carcere, di dover lasciare le proprie terre in cerca di migliori condizioni di vita, per poi essere sfruttati e derubati della propria esistenza allo stesso modo, ma altrove. Questo altrove è allora dovunque. ma se siamo in grado di riconoscerne le cause e nominarne gli artefici, può cessare di essere un’odiosa e inevitabile realtà, per tramutarsi in mille possibilità di riscatto, aprendo prospettive di lotta e angoli di attacco”.